Cyberbullismo e forme di prevenzioni

La Prof.ssa Tina Chiariello

Prof.ssa Tina Chiariello: Cyberbullismo e forme di prevenzioni

Estratto delle registrazioni

In questa seconda puntata della rubrica Cybernauti approfondiremo con la Prof.ssa Tina Chiariello i percorsi che è possibile attuare per una corretta prevenzione nei confronti del Cyberbullismo.

Prof.ssa Chiariello

Diciamo subito che individuare un singolo percorso sarebbe molto difficile e un po’ utopistico. Dovremmo parlare più di percorsi all’interno della scuola, infatti l’ufficio scolastico preme affinché il referente per il Cyberbullismo si formi in tal senso per attivare appunto una campagna di prevenzione.  L’attività di prevenzione dovrebbe essere distribuita su più piani, in particolare verso le scuole secondarie di primo grado dove come sappiamo il fenomeno è molto presente e in linea teorica dovrebbe poi scemare nelle scuole superiori. Per questo motivo generalmente si fa prevenzione per tutto il biennio delle superiori.

A mio avviso bisognerebbe adottare modelli di prevenzione a tutti i livelli scolastici, quindi una prevenzione capillare per l’intera scuola in generale, poi lavorare sulla classe.

Questo lavoro non deve essere appannaggio del solo referente del cyberbullismo o del coordinatore di classe, che non sarebbe in grado di sostenere una tale mole di lavoro dato che già sono appesantiti da molte incombenze.

Sarebbe giusto e corretto che l’intero consiglio di classe si spenda su questo tema proprio per collaborare nell’intercettare eventuali situazioni di disagio all’interno della classe.

Altro modo per intervenire facendo poi prevenzione è quando un genitore parla con l’insegnante e ci espone il problema. Questa azione significa che il ragazzo ha parlato con qualcuno, in questo è un grande successo perché in genere un ragazzo adolescente fa molta fatica a parlare, ad esternare questi casi ai genitori.

Vademecum per i genitori

Se volessimo stendere un “vademecum” per i genitori, citerei tra i primi punti l’importanza del dialogo in famiglia, come d’altra parte deve esserci a scuola perché i ragazzi possano avere terreno fertile e sentirsi liberi e a proprio agio nel parlare di questi argomenti ed evitare di cadere vittime in qualche modo del bullo.

In alcuni casi i ragazzi esprimono i propri sentimenti in forma scritta, per cui chi ha ka fortuna come me di poter leggere i temi dei ragazzi, ha in mano un’opportunità di poter fare una prevenzione mirata. Oppure non è raro che un ragazzo scegli un docente con il quale si sente più libero di poter dialogare e aprirsi. Ma tutto questo può accadere se già in famiglia c’è l’abitudine di dialogare . Quindi se dovessimo dare delle linee guida ai genitori:

  1. Dialogo in famiglia
  2. Non sottovalutare mai qualsiasi segnale
  3. Alitarsi a lavorare sulle proprie emozioni
  4. Ottimizzare le nostre attività per poter trascorre con loro sufficiente tempo

Negli ultimi tempi si parla spesso di “Life Skills” ovvero attivare anche a casa tutti quegli elementi per aiutare i figli a lavorare appunto sulle proprie emozioni. Anche nelle scuole si parla molto di “didattica delle emozioni” a partire già dalle scuole dell’infanzia questo perché lavorare sulle emozioni fin da piccoli aiuta i futuri adolescenti e poi futuri adulti a sapersi difendere da attacchi di vittimizzazione cui poi vengono sottoposti in casi di bullismo.

Questo significa insegna senso di impotenza bensì l’autocontrollo delle proprie emozioni come arma di difesa. Direi quindi una prevenzione che mira ad insegnare a difendersi e a crescere dal punto di vista emotivo, così che imparano pian piano ad accrescere la propria autostima.

Crismer

Crismer La Pignola

E’ vero che la “società” o il sema in cui viviamo, non ci permette nella maggioranza dei casi di avere quel tempo necessario per poter svolgere il nostro ruolo di genitore come meglio dovremmo; cosa fare allora ?

Prof.ssa Chiariello

Come si accennava inizialmente, un fattore importante è quello do ottimizzare i tempi e imparare ad essere dei modelli a cui i nostri figli possono ispirarsi. Ad esempio condividere delle regole in famiglia, come non usare la tecnologia durante i pasti soprattutto quelle occasioni in cui tutta la famiglia si riunisce, quindi dare spazio al dialogo.

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